La crisi globale chip intel, la cui scarsità rispetto alla domanda sta coinvolgendo settori trasversali, non finirà quest’anno secondo le aziende che i chip li producono.
La crisi dei schip intel, che sta colpendo trasversalmente vari settori di mercato (dai PC alle automobili, dalle console da gioco agli elettrodomestici) non finirà nel 2021: probabilmente proseguirà nel 2022, secondo Intel, TSMC e Nvidia.
Durante l’annuncio dei risultati finanziari dell’ultimo trimestre, l’amministratore delegato di TSMC, che produce chip per società come Apple e Qualcomm, ha detto che la società sta assumendo “migliaia di impiegati” e sta aggiungendo nuovi siti per poter soddisfare la domanda dei clienti.
Se per i produttori di automobili la scarsità di semiconduttori sarà “fortemente ridotta” dal prossimo trimestre, lo stesso non varrà per gli altri settori, dagli smartphone alle schede grafiche. Nonostante gli investimenti, TSMC si aspetta problemi di fornitura fino al prossimo anno. In particolare perché i suoi clienti stanno facendo scorta di chip per non avere di nuovo difficoltà a realizzare i propri prodotti.
In virtù della fortissima richiesta di semiconduttori, gli utili di TSMC hanno superato le aspettative degli analisi di mercato e i ricavi sono cresciuti del 25,4%.
Una data per l’ipotetica fine della crisi dei Chip Intel
Anche Intel crede che la crisi non finirà quest’anno. Intervistato dal Washington Post, l’amministratore delegato Pat Gelinger ha detto che ci vorranno almeno “un paio di anni” per tornare a una situazione normale. L’intenzione di Intel è di alleviare i problemi dell’industria automobilistica nel corso dei prossimi 6-9 mesi, aumentando la produzione dei chip destinati ai veicoli; per soluzioni più definitive, come costruire nuove fabbriche, servirà più tempo.
Un ulteriore fattore che sta complicando la situazione riguarda le aziende. Poiché è difficile prevedere quale fornitore riuscirà a esaudire la domanda, le aziende effettuano lo stesso ordine ai vari produttori di chip; che, quindi, hanno difficoltà a capire quali siano gli ordini da esaudire nel breve termine.
Anche Nvidia, durante un incontro con gli analisti, ha riferito che per tutto il 2021 continuerà a essere difficile acquistare una scheda grafica della serie RTX 30, sebbene nel corso dell’anno la situazione è destinata a migliorare gradualmente.
L’attuale situazione di carenza di semiconduttori, le cui fabbriche si trovano specialmente in Asia, ha spinto gli Stati Uniti e l’Unione Europea a progettare dei piani per aumentare la propria autonomia produttiva. Intel ha annunciato che investirà 20 miliardi di dollari per costruire due impianti in Arizona. L’UE vorrebbe produrre internamente almeno il 20% del mercato mondiale dei semiconduttori, oltre il doppio di quanto avviene oggi.
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